Domani al Chiostro presentazione de “Un cielo per le cose (Un cielo para las cosas)” del poeta argentino Daniel Calabrese - LameziaInforma

2022-12-02 20:35:04 By : Ms. Sara Chang

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“Un cielo per le cose” è una selezione poetica delle raccolte “Ruta Dos”, “Oxidario”, “Escritura en un ladrillo”, “Futura Ceniza”, “Compás de espera”, “El buscador de agua”, “Ave nocturna” e “Otro viaje al centro”

Continuano gli appuntamenti di “Ex-Libris”, la rassegna letteraria dell’Amministrazione Comunale di Lamezia Terme promossa dall’Assessorato alla Cultura e dalla Presidenza del Consiglio Comunale.

Ideata e curata da Giorgia Gargano e dal poeta Pasqualino Bongiovanni, la rassegna si avvale inoltre della collaborazione di Unipegaso Lamezia, del Chiostro Caffè Letterario e dell’Istituto Tecnico Economico “Valentino de Fazio”, che cura la redazione e la stampa dei pieghevoli illustrativi di ogni appuntamento.

Domani il decimo incontro della rassegna avrà un carattere internazionale. Alle 18, presso il Chiostro Caffè Letterario, verrà infatti presentato il volume “Un cielo per le cose (Un cielo para las cosas)” del poeta argentino Daniel Calabrese il quale, proprio da Lamezia Terme, darà avvio al tour di presentazioni della sua antologia poetica che lo porterà in molte altre città italiane tra cui Salerno, Napoli, Roma, Vicenza, Milano. A conversare con l’autore nel corso della presentazione lametina saranno Pasqualino Bongiovanni e Giuseppe Villella.

Nella traduzione italiana a cura di Emilio Coco, il volume è stato pubblicato lo scorso aprile in edizione bilingue (italiano-spagnolo) dalla casa editrice milanese La Vita Felice nella sezione ispano-americana della collana Labirinti a cura di Cinzia Marulli e Mario Meléndez e con il patrocinio della Fundación Vicente Huidobro (Cile).

“Un cielo per le cose” è una selezione poetica delle raccolte “Ruta Dos”, “Oxidario”, “Escritura en un ladrillo”, “Futura Ceniza”, “Compás de espera”, “El buscador de agua”, “Ave nocturna” e “Otro viaje al centro”. Di queste sillogi di Daniel Calabrese le ultime tre risultano ancora inedite. L’organizzazione non cronologica dei testi, fa sì che le poesie già edite inserite in “Un cielo per le cose” vadano ad acquisire nuovi significati proprio in virtù dell’organizzazione interna del volume.

«Con una perplessità contenuta e alcune schegge d’inquietudine, Calabrese allestisce una mise-en-scène poetica angosciante, su un avvenimento che si dibatte nel nonsenso. Di modo che il perturbante si affaccia in maniera naturale, messo negli interstizi del quotidiano, in una specie di spiazzo sul bordo di una strada vista a volte come speranza e sempre come l’alveo di un fiume torrenziale che trascina sogni, una madre con i suoi occhi già sepolti, una bottiglia con un messaggio vuoto, biciclette, cavalli o il freddo di alcune isole nel Sud», scrive il poeta argentino Jorge Boccanera nella presentazione alla raccolta, «sul tessuto di una riflessione che oscilla tra l’indagine poetica e il pensiero filosofico si impone la ricerca di se stessi con interrogativi che scavano nell’essere quale creatura elementare, primigenia e moderna allo stesso tempo, che si dibatte in un buco della notte spazzata da un «vento metallico», e insegue il suo destino nella cartografia della luce, dell’acqua e delle pietre come simboli ricorrenti di quest’opera».

Once músicos, un traidor.

Cuatro estrellas y una cruz: el Sur.

La mitad redonda de una naranja.

El tratado de Piazzolla sobre estas calles,

y un cielo para las cosas: la tierra,

porque todo ahí es verdad.

Quattro stelle e una croce: il Sud.

La metà rotonda di un’arancia.

Il trattato di Piazzolla su queste strade,

e un cielo per le cose: la terra,

«Dispiegati in una delle sequenze più notevoli della poesia di oggi, i testi di Daniel Calabrese sono, prima di tutto, un trionfo della poesia intesa non come arte delle parole bensì di quello che le parole non hanno mai potuto dirci. Con un linguaggio contenuto, preciso, di una bellezza che non cede mai all’ostentazione, conferma che la sua opera è tra le più rilevanti: una dimostrazione della potenza e della originalità della poesia latinoamericana dei nostri tempi, della sua impressionante capacità di rinnovarsi, della sua solennità dolorosa e possente», afferma invece il noto poeta cileno Raúl Zurita.

Daniel Calabrese è nato a Dolores (nella provincia di Buenos Aires) nel 1962 e vive in Cile. Ha pubblicato i libri di poesia: La faz errante (Buenos Aires, 1989, Premio Alfonsina Storni), Futura Ceniza (Barcellona, 1994), Escritura en un ladrillo (Kyoto, 1996, spagnolo-giapponese), Singladuras (Fairfield, 1997, spagnolo-inglese), Oxidario (Buenos Aires, 2001, Premio Fondo Nacional de las Artes) e Ruta Dos (Santiago del Cile, 2013, Premio Revista de Libros, e Madrid, 2017, nella prestigiosa collana Visor). L’edizione italiana di Ruta Dos (2015, Fili d’Aquilone), è stata finalista del Premio Internazionale Camaiore 2016. Ha partecipato a numerosi festival e incontri poetici internazionali. Suoi testi sono apparsi su riviste e antologie di poesia ispanoamericana. In Italia è stato incluso ne Il fiore della poesia latinoamericana d’oggi (2016, Raffaelli Editore, a cura di Emilio Coco) e nell’Antologia della poesia latinoamericana d’oggi (2022, Di Felice Edizioni). Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, giapponese e italiano. Ha fondato e dirige «Ærea. Revista Hispanoamericana de Poesía». È direttore di RIL editores, casa editrice di Santiago del Cile.

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