La moda, lo spreco e la chimera del riciclaggio - RSI Radiotelevisione svizzera

2022-12-02 20:37:40 By : Mr. Peter Zhao

“Solo per fare una t-shirt ci vogliono 2'720 litri d’acqua, che corrisponde al fabbisogno da bere per una persona di tre anni”. Jelena Sucic è esperta di sostenibilità e co-coordinatrice per il Ticino di Fashion Revolution, ONG che in tutto il mondo porta avanti campagne di sensibilizzazione sugli impatti ambientali e sociali della moda. Il tema è stato affrontato pochi giorni fa a Lugano in un incontro organizzato da Impact Hub. Anche perché la moda è un settore su cui il Ticino - con risultati alterni - ha puntato moltissimo.

Il dato è contestato, ma secondo l'ONU è proprio l'industria della moda ad essere infatti al secondo posto tra quelle più inquinanti del pianeta. In testa, va da sé, ci sono i produttori di petrolio. Secondo diversi esperti – seppure i dati siano da prendere con le pinze –, almeno il 20% dei vestiti prodotti ogni anno nel mondo vengono buttati via, inceneriti. Sono i vestiti invenduti che l'industria della moda non riesce a piazzare e che vengono appunto bruciati, nonostante gli stessi tessuti potrebbero venir riciclati. La tecnologia c'è, allo stesso modo di come ricicliamo il vetro o l'alluminio, ma non succede quasi mai.

Il professor Claudio Boër, docente anche alla SUPSI, ha studiato a fondo il problema: “A livello mondiale ogni anno sono prodotte ad esempio 25 miliardi di paia di scarpe. Nel progetto europeo che avevamo svolto, in cui partecipavano sei calzaturifici di tutta Europa, tutti ci avevano dato più o meno alcune cifre”. Ma i dati sull’invenduto e soprattutto la fine che fa questa quota parte, “non te li dice nessuno… anche se si può certamente affermare che questi articoli finiscono o in un inceneritore o in una discarica, un vero e proprio spreco” prosegue Boër.

Una miniera d’ora data alle fiamme, verrebbe da dire. Anche per il riciclaggio però non è tutto oro quel che luccica: “È un po’ una chimera quella del riciclaggio. Prendiamo l’esempio del PET: certo, lo si può riciclare bene, ma ha bisogno di essere lavorato. E chi ha bisogno del PET lo trova meno caro fabbricato nuovo rispetto a quello riciclato” aggiunge Boër.

Lo stesso vale quindi per la moda: per i marchi è più conveniente produrre una maglietta nuova in India o in Bangladesh piuttosto che una riciclata in Europa. “Un conto è farne qualche decina, un altro è farne migliaia o decine di migliaia. Perché la scalabilità è importante: ai grandi fabbricanti come Nike o Adidas conviene fabbricare in massa tante paia di scarpe tutte uguali che poi sono distribuite nel mondo”.

Un problema che conosce bene anche la già citata Jelena Sucic, co-coordinatrice per il Ticino di Fashion Revolution: “Oltre al già citato fabbisogno enorme di acqua per la produzione, si può pure affermare che più del 20% dell'inquinamento delle acque, a livello industriale globale, viene unicamente dal trattamento e dalla tinteggiatura dei tessuti.

Nessuno dice che sia semplice, ma riciclare, come già scritto, si può: “Il primo approccio è ridare a qualcun altro questi vestiti così come sono, ma la mole è tale che questo riutilizzo non basta. Instaurare un sistema circolare come ad esempio quello dell'alluminio, che ormai è riciclabile praticamente al 100%, nei tessuti è ancora più difficile perché molto spesso si tratta di tessuti compositi. Finché si tratta di una fibra unica il processo è abbastanza fattibile perché è meccanico (scomposizione e ricostruzione della fibra), ma quando hai un tessuto composito, il processo deve aggiungere una decomposizione per via chimica. Quindi due processi e il doppio dei costi”. Proprio per questo alcune società iniziano a progettare vestiti pensati fin dall'inizio per essere poi riciclati, riassemblati e riutilizzati.

Oltre all'economia circolare e al riciclaggio, esisterebbero però anche altri modi per evitare gli sprechi. La tecnologia oggi, per esempio, permetterebbe di creare negozi senza praticamente più magazzini. Tornando all’esempio delle scarpe, un cliente potrebbe passare in negozio, misurarsi il piede in modo dettagliato e poi un computer darebbe ordine a una stampante 3D di realizzare le sue scarpe su misura.

Non esisterebbero praticamente più i numeri e c'è chi nell'industria della moda, del resto, ci sta già provando: “Per esempio Adidas – e la loro idea è quella giusta – punta ad avere delle ‘mini fabbriche’ distribuite in Europa, dove il cliente può andare, misurare il piede e il paio di scarpe viene fabbricato nel giro di pochi giorni” conclude ancora Claudio Boër.

La pressione dei consumatori potrebbe cambiar le cose, così come la politica dei governi. Però appunto, come abbiamo visto, qualcosa già si sta muovendo. SEIDISERA ne ha parlato con Cristiano Magnoni, fondatore di Crimagno, una startup ticinese che sta progettando e realizzando scarpe partendo dalle mele o dalla canapa. Ascolta l’intervista.

In discarica un TIR di abiti al secondo: nel 2050, l’industria-moda brucerà un quarto del bilancio globale di combustibili fossili - L'alternativa? Meno capi, ma di qualità

La produzione di abbigliamento, a livello mondiale, immette nell'atmosfera 1,2 miliardi di tonnellate di gas serra - I più dannosi sono i jeans

Il fenomeno del "fast fashion", capi sintetici e a basso costo, cresce a livello globale, con gravi danni per l’ambiente

C'è una città in Messico, nello stato di Puebla, dove l'industria tessile ha annientato l'agricoltura inquinando le acque

La città favorevole a un test pilota di cinque giorni di libero, dopo l'accettazione di un postulato

Inaugurato venerdì il nuovo Centro di controllo dei veicoli pesanti nell'ex area della Monteforno - Verificherà il 10% dei TIR diretti a nord sull'A2

I corpi di due bambini sono stati ritrovati in un congelatore a casa di una donna, che è stata poi arrestata, nel sud-est della Francia

Al momento, date "le condizioni poste dal presidente USA", non ci sarà nessun incontro sull'Ucraina con Vladimir Putin

Il politologo Sean Müller ha studiato l'interesse verso la politica nelle regioni di provenienza dei consiglieri federali: in Ticino la partecipazione è addirittura scesa

Issei Sagawa divorò una ragazza a Parigi nel 1981. "Mangiarla è stata un gesto supremo d'amore", dichiarò. Venne rinchiuso in manicomio

Il gruppo zurighese ha raggiunto un'intesa da 4 milioni con il Ministero pubblico federale - A Pretoria ne andranno 150

Il preventivo, approvato dai delegati, stima un rosso di 1,8 milioni per il 2023 - Il consuntivo 2021 "salvato" dalla vendita di uno stabile

Il consigliere federale non auspica un cambiamento di dipartimento dopo l'elezione dei successori di Maurer e Sommaruga il 7 dicembre

Sanzionato per "incitamento alla violenza" dopo l'ennesima provocazione - Anche Parler non ne vuole più sapere di lui

La consegna dei sei apparecchi sarà completata solo a fine 2024. Il costo lievita da 250 a 300 milioni

La Confederazione continua a perdere posizioni nella classifica europea: tasse basse e troppa pubblicità

Uno studio evidenzia i problemi delle quattro valli del Locarnese e propone nuove soluzioni per affrontare il declino demografico nella regione

Da dove arrivano le ondate di freddo? Perché si parla sempre più di “stratwarming”? La 6a puntata di #lameteospiegata

La misura concerne il sito in Sicilia del gigante Lukoil, che rischiava la chiusura a causa dell'embargo UE sul petrolio russo

Il Servizio statistica ha quantificato l'impatto della crisi globale sulle tasche dei cittadini: "Possibile aumento delle partenze"

La galleria ferroviaria comincia a dare i suoi frutti e il TILO, da solo, ha registrato un +18% (70'000 persone al giorno a ottobre)

È uno degli obiettivi per mettere fine al conflitto in Ucraina. Il presidente USA: "Pronto a parlare con Putin"

La giornata mondiale contro la sindrome ci ricorda di non abbassare la guardia: nel 2022 in Svizzera sono stati registrati 301 nuovi contagi da HIV

Il segretario generale dell'Alleanza Atlantica Jens Stoltenberg: "Il nostro compito è sostenere l'Ucraina ed evitare un'escalation"

RSI Radiotelevisione svizzera di lingua italiana, succursale della Società svizzera di radiotelevisione