Sarah Roseman, la ragazza che tesseva il vetro - Living Corriere

2022-12-02 20:30:47 By : Ms. Anna Zheng

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Sarah Roseman, la ragazza che tesseva il vetro

Sarah Roseman, la ragazza che tesseva il vetro

Il soft silica nasce dal dialogo tra l’artigianato tessile e la capacità di plasmare il vetro: «Sono in grado di manipolare questo materiale usando la tecnica dello “slumping” per modellarlo mentre è nel forno. Lo slumping consente al vetro di fondersi sulle forme nel suo stato morbido per trasformarsi in sorprendenti oggetti tridimensionali dopo la cottura. La bellezza del lavorare il vetro in questo modo intricato sta nella capacità di vedere il materiale che si scioglie catturato a mezz’aria, creando una presenza che può sembrare sospesa nel tempo».

Il soft silica ben si presta nell’arredamento e negli interiors: «Ha qualità sorprendenti, a partire dal processo di produzione che è qualcosa di mai visto prima. Il soft silica presenta la tattilità visiva del tessuto attraverso la sua struttura a maglia in combinazione con le qualità riflettenti e luminose del vetro. È incredibilmente liscio, lucido e ha una bellissima tonalità color giada».

Un progetto aggiustato in corso d’opera per salvaguardare l’ambiente: «In passato avevo provato la fusione di plastica in combinazione con tessuti lavorati a maglia, ma volevo trovare un’alternativa più sostenibile. La fibra di vetro è un materiale onnipresente, è nascosto intorno a noi ma raramente si vede da vicino, è tradizionalmente usato come materiale composito quando è accoppiato alla plastica fusa. Fondendo la fibra di vetro in un forno si elimina la necessità di leganti plastici e si ottiene così una soluzione più green».

Attualmente Sarah Roseman lavora nel suo studio di Eindhoven: «Sto creando degli arazzi in vetro per pareti originali, sperimento nel mio studio ma vorrei produrre su larga scala quando riuscirò a trovare l’azienda giusta».

La designer è cresciuta in una famiglia molto creativa, come afferma: «Ho sempre avuto una passione per l’espressione personale e la creatività attraverso la musica. Mi sono interessata, fin da piccola, a collezionare e archiviare oggetti, e da lì è nato il mio interesse per i materiali, che mi ha avvicinata al mondo del progetto e alla Design Academy di Eindhoven».

La sua esplorazione personale comincia sempre da un interrogativo, come nel caso di Fluid Furniture, una lampada e una seduta realizzate recuperando divani abbandonati per strada durante il lockdown, per rispondere alla domanda “Come cambierà il nostro approccio una volta che non avremo più materia vergine da usare?”: «Voglio essere radicale nelle mie scelte e fare passi verso la sostenibilità attraverso oggetti e materiali belli. Fluid Furniture solleva domande in un modo tangibile ma giocoso, voglio far riflettere le persone attraverso i materiali».

Giovanissima ma con le idee molto chiare: «Mi piacerebbe realizzare i miei pezzi su una scala più coinvolgente. Ad esempio, con Molten Memories, un altro mio progetto di laurea, ho creato un tappeto esperienziale utilizzando pezzi di recupero affinché le persone rivivano la sensazione dell’infanzia. Mi piacerebbe ampliarlo, per riempire un’intera stanza o uno spazio specifico. Vorrei trasformare il mio mondo in realtà».

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