Tauromachia, tutto sulla mostra a Napoli

2022-12-02 20:38:06 By : Ms. Jane Liu

A Napoli si scopre "Tauromaquias/Tauromachie. Sguardi contemporanei su un mito mediterraneo ancestrale" alla Galleria di FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli, fino al 30 settembre

"Pesanti scanalature di tende pieghettate tutti gli echi caricando di sale l’onda sotto la scogliera che abbassa il mento triste verso i risucchi senza fine montuosi come l’estate quando un sol raggio irrigidito fa scoppiare la conca impotente a contenere la tempesta dei sapori". Questi versi potenti di Michel Leiris - dedicati a Pablo Picasso - raccontano la Veronica, uno dei passaggi più spettacolari della corrida.

Nome di donna, che si ispira all’iconografia di santa Veronica, rappresentata nell’atto in cui regge il panno per asciugare il volto di Cristo. E proprio alla tauromachia spagnola con uno sguardo molto femminile, è dedicata la mostra fotografica "Tauromaquias/Tauromachie. Sguardi contemporanei su un mito mediterraneo ancestrale" -Napoli, Galleria di FOQUS, Fondazione Quartieri Spagnoli, fino al 30 settembre, ingresso libero e ristorante-pizzeria Qucine Sociali sempre aperto - a cura di Iris Martìn-Peralta, che coinvolge tre artisti contemporanei: i fotografi Aitor Lara e Gianmaria De Luca e la regista Elettra Pierantoni.

Il percorso espositivo si apre con la serie “Eva Florentia” che racconta allo spettatore la liturgia dell’ingresso nell’arena di una matadora, l’italiana Eva Bianchini. A lei Elettra Pierantoni ha dedicato il film “Eva”: "Eva è ‘la ragazza con la muleta’, scappata di casa a sedici anni per inseguire il suo sogno. Una figura passionale, tragica e magnetica. Grande determinazione, cuore forte e fisico flessuoso temprato dagli allenamenti", dice la regista romana che ha vissuto un anno nei dintorni di Siviglia per realizzare il lavoro. "La tauromachia corre di pari passo con la morte, la dimensione atemporale, la ritualità: la vestizione di Eva, con il suo corredo di luci, è un vero rito. Lunghissimo. Così come quando prega davanti alle immagini sacre". Del resto, la corrida non è uno sport ma una tragedia, come scriveva Ernest Hemingway in "Morte nel pomeriggio" (1932).

"Per ritrarre Eva ho usato la tecnica del light-painting e sono stato influenzato dalla pittura di Diego Velàzquez che era originario di Siviglia", spiega Gianmaria De Luca. Ma l’arena non è solo il regno del toro e dei toreri. C’è tutto il pubblico che ruota attorno, con le sue voci, i gesti scaramantici, i tic. Immutato e immutabile nel tempo. In questi scatti bianco/nero che si rincorrono attorno al chiostro di una Napoli autentica, l’obiettivo di Aitor Lara - anche lui sivigliano - ha colto l’essenza della tauromachia e del suo dialogo costante tra natura e cultura.